L’associazione Artemisia ha partecipato quest’anno attivamente alle competizioni mondiali degli Special Olympics che si sono svolte a Berlino dal 17 al 25 giugno 2023.
L’apporto volontario e lavorativo delle socie di Artemisia ha confermato l’importanza di un contesto inclusivo all’interno della società, che attraverso lo sport contribuisce a trovare uno spazio di visibilità e di riconoscimento per le persone con disabilità intellettive.
Sicuramente questo evento mondiale contribuisce a cambiare il paradigma sociale in cui le persone con disabilità intellettive vengono emarginate e non considerate abili al dedicarsi con passione ad uno sport. Le sfide che atleti e atlete provenienti da tutto il mondo hanno dovuto affrontare non sono state poche. Oltre alle copetizioni agonistiche vere e proprie, è il viaggio in paesi, forse in altromodo non accessibile per alcuni*e di loro, la vera sfida che contribuisce a rafforzare le loro competenze sia di autonomia ma anche e sorpattutto di indipendenza dalla famiglia e a socializzare all’interno di un contesto estremamente inclusivo e multiculturale.
Negli Special Olympics, con la partcipazione alle gare anche di atleti e atlete partner, che non hanno delle disabilità, gli sportivi e le sportive giocano le loro competizioni in un contesto prettamente inclusivo. Questo è un fenomeno completamente nuovo e che sempre di più, ormai dal 1968, da quando si è dato il via alle Olimpiadi Speciali, si sta allargando ai tanti paesi, quasi 190, che non conoscevano la possibilità di fare sport per persone con disabilità intellettive in una modalità inclusiva.
Il concetto di inclusione non è ancora contemplato in molti paesi, secondo le regole legiferate dalla Convenzione Internazionale dei diritti delle persone disabili. Anche laddove la legge è stata ratificata, vediamo ad esempio la Germania che ha sottoscritto dal 2009 il suo impegno affinchè in tutti gli ambiti della società venissero applicate le leggi stabilite dalla convenzione, tuttora fa molta fatica ad applicarle nella realtà.
La dimostrazione che gli sport unificati sono possibili e sono diventati una realtà agonistica riconosciuta dal Comitato Sportivo Internazionale, assumono un ruolo considerevole affinchè le persone possano credere che un cambiamento sia possibile e che la società non può escludere le persone in base alla propria condizione e prestazione intellettuale o fisica, ma vanno trovate quelle misure idonee affinchè tutti*e possano provare piacere e soddisfazione nell’essere parte della società.
Una società inclusiva è il più grande beneficio che possono ricavare tutte le persone, non solo coloro che hanno una disabilità, ma soprattutto coloro che non ne sono direttamente confrontati*e ma che attraverso il rapporto con realtà cosi diverse possono diventare persone migliori, più empatiche e sensibili. Persone in cui le differenze vengono accolte e non escluse, sostenute laddove necessita e tutte le forme di razzismo e prevaricazione, nei confronti di coloro che sono più fragili, si possono ottemperare anche attraverso lo sport.
Nell’articolo si possono trovare le impressioni delle volontarie e di coloro che hanno lavorato agli Special Olympics World Games 2023.