Le persone con disabilità non devono solo superare barriere materiali e pratiche, ma anche barriere di indifferenza e di ignoranza, devono affrontare anche esplicite offese e persino aggressioni fisiche. È importante […] impegnarci ad abbattere tutte le barriere materiali ed immateriali di questa discriminazione.
Giorgio Napolitano, discorso per la Giornata Internazionale delle persone con disabilità, Roma, 2007
Il Ministero della disabilità, proposto al governo Draghi dalla Lega, non è una scelta edificante. In un contesto internazionale in cui si ramifica ed estende il concetto d’Inclusione, questo ministero riporta indietro di 50 anni le lotte che le famiglie e le persone diversamente abili, insieme a tanti professionisti ed educatori del settore hanno portato avanti egregiamente, ottenendo risultati notevoli. In questi anni si sono sviluppate eccellenze di pensiero relativamente alla diversità, affermarmando il diritto alla partecipazione attiva delle persone disabili nella società, per non essere relegati in un ghetto escludente. Dovrebbe essere implementato il Ministero dell’inclusione che si occupi di attivare le politiche stabilite dalla Convenzione ONU.
Il 23 dicembre 2010 l’Unione Europea è diventata ufficialmente Parte contraente della Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 ed entrata in vigore il 3 maggio 2008. Fino ad oggi la Convenzione, che obbliga gli stati contraenti a sostenere la non-discriminazione e altre forme di protezione delle persone con disabilità, oltre a fornire loro i servizi necessari per partecipare pienamente alla vita di società, è stata ratificata da 96 paesi e dalla UE.
Con gli strumenti tecnologici sempre più accessibili a tutti*e, diversamente abili e non, la decodificazione della realtà acquisisce un senso similare, se pur differente e individuale, per capire e muoversi all’interno di un mondo globalizzato. E questo facilita la possibilità di scambio, all’interno di un mondo sempre più diversificato, nel rispetto delle differenze.
Le persone normo-atipiche vogliono poter sbagliare esattamente come tutti*e e farsi anche del male, con relazioni umane che talvolta fanno sentire l’essere diverso*a, ma è in questo sentirsi diversi*e che si percepisce il desiderio di poter nuotare per esprimersi liberamente.
Viviamo in un mondo in continua mutazione, non solo i virus mutano, spesso anche i politici, purtroppo, nelle loro ideologie frantumate e instabili. Ma questo, all’interno della costruzione del sociale, è una peculiarità incontrollabile, per fortuna, perché le varianti hanno le loro sfumature, nel contesto di una visione umana della società che si evolve nella bellezza della sua trasformazione.