“Mio fratello era più che speciale. Era un supereroe.”
Dal libro “Mio fratello rincorre i dinosauri” di Giacomo Mazzariol.
I pregiudizi sono il contesto in cui la nostra società spesso giudica le persone, o un gruppo di individui, in base a cognizioni errate che non hanno riscontro nella realtà.Sono giudizi che vengono formulati in modo superficiale, che portano a creare dei rapporti sociali scorretti che talvolta sfociano nel bullismo, creando delle barriere mentali a scapito delle persone che li subiscono.
I pregiudizi si radicano laddove esiste una società rigida che non è disposta al cambiamento per mutarne i costumi.
Essi non sono una casualità, sono un’arma di difesa stabilita da gruppi consolidati per mantenere il loro status e fanno parte di una cultura del gruppo che ad essi fanno riferimento. In questo modo sono radicati all’interno di questi gruppi che ne attestano sempre la validità, per mantenerne la continuità attraverso un processo di socializzazione sistematico, convalidato da singoli individui.
Nell’articolo pubblicato su IL Mitte si parla degli stereotipi che sono il nucleo cognitivo derivanti dal pregiudizio, un insieme di rappresentazioni mentali che portano a giudicare in modo negativo un gruppo sociale, in questo caso le persone con la Sindrome di Down.
La società definisce attraverso dati attestabili una serie di comportamenti. Gli stereotipi sono la diretta alterazione di queste valutazioni e tendono a riprodursi profondamente, radicalizzandosi nella cultura sociale, se vengono ignorate o neutralizzate le informazioni che contraddicono quelle acquisite precedentemente.
La generica ostilità nei confronti di chi non si conosce ed è diverso da noi, viene considerato dalla sociobiologia un fenomeno naturale presente in ogni essere umano. I pregiudizi e gli stereotipi vengono considerati, da coloro che li formulano, oggettivamente validi mentre, dietro lo schermo della razionalità, provocano gravi danni sociali.
La mente umana necessita di catalogare le informazioni che si accumulano nel tempo e in questo processo di categorizzazione si determina, attraverso percorsi mentali consci ed inconsci, una scala di pregiudizi e stereotipi.
La fruizione degli stereotipi si realizza attraverso le pratiche comunicative e si sedimenta nel tessuto sociale, non individualmente, ma attraverso una collettività che se ne appropria per poter argomentare fatti da cui potersi distanziare.
Rimuovere gli stereotipi è talvolta molto complesso perchè significa mettere in discussione il proprio modo di pensare e di comportarsi, implica rimuovere processi mentali resistenti, anche se si fondano su elementi inconsistenti.
Amelia Massetti, Presidente di Artemisia e.V. Inclusione per tutti e madre di una ragazza con la S.D., scrive nell’articolo degli stereotipi, generalmente condivisi nella società, nei confronti delle persone con la Sindrome di Down.